Non ne parliamo più
L'inferno a cui siamo sopravvissuti
SINOSSI
Quando Sarah, 30 anni, diventa madre, decide di rompere l’omertà imposta dal padre sul passato della sua famiglia.
Durante la guerra d’Algeria, suo nonno ha combattuto a fianco dei francesi contro l’indipendenza del suo popolo.
Quando la Francia perde, l’intera famiglia fugge a Marsiglia… ma invece di essere accolta, viene rinchiusa in un campo. È qui che inizia il viaggio di Sarah… la sua ricerca ci svela ciò che la Francia ha cercato di tenere nascosto per decenni.
NOTE DI REGIA
L’unico modo che conosciamo per interrogarci sul destino e sul significato del continente in cui viviamo, che si sta faticosamente costruendo, l’Europa, è quello di usare il nostro mestiere, il nostro sguardo, la nostra telecamera, e spingerla negli angoli più controversi e meno conosciuti della Storia recente. Cercare di comprendere macro-eventi come il colonialismo attraverso le storie esistenziali dei testimoni, concentrarci su domande inquietanti e significative su chi siamo stati e chi siamo.
Il nostro film “N’en parlons plus” (Non ne parliamo più) fa proprio questo, si concentra su una parte della storia della Francia che è ancora largamente ignorata. Una vergogna che il Paese ha preferito dimenticare. Una vergogna che il governo francese ha impiegato decenni per affrontare. Ci sono voluti 60 anni perché la Francia si scusasse, 60 anni perché i discendenti dell’impero coloniale francese riconoscessero finalmente i loro errori e chiedessero perdono agli harkis, gli algerini che hanno combattuto a fianco dei francesi contro l’indipendenza del loro Paese. Mentre la Francia celebra il 60° anniversario della fine della guerra d’Algeria, il presidente francese Emmanuel Macron si è scusato per la prima volta, di persona e attraverso la promulgazione di una nuova legge, per aver tradito gli harkis alla fine della guerra: respingendoli, internandoli o abbandonandoli a un tragico destino con le loro famiglie.
Ma perché questi algerini hanno scelto di combattere contro l’indipendenza del proprio popolo?
Gli eventi e le ragioni che hanno portato a questo “doppio tradimento” sono ciò che Sarah deve capire. Discendente harki di terza generazione e da poco madre, sente di non poter più accettare il muro di silenzio che la sua famiglia le ha imposto per 30 anni.
L’indagine di Sarah, e con essa quella della nostra telecamera, tenta con rispetto ma ostinazione di abbattere i silenzi e le resistenze, prima della sua famiglia, poi della comunità harki internata per quasi 15 anni nel campo di Bias, nel sud-ovest della Francia. Oggi, questo campo di detenzione ha quasi assunto l’aspetto di un villaggio, ma è ancora testimone di un passato che è stato osceno e ospita tuttora i rifugiati di quel tempo e i loro discendenti che non sono mai riusciti a fuggire dalla trappola. Sarah sta mettendo insieme i pezzi di un puzzle difficile da comporre, una storia che nasce da una decisione presa dai loro nonni, le cui conseguenze e il cui peso sono stati portati dalle loro nonne per decenni.
Un mosaico che appartiene tanto alla dimensione intima della memoria familiare quanto a quella pubblica della Grande Storia. Questo film, che prende forma attraverso il viaggio di Sarah, è un documento unico che rivela un luogo in cui si è svolto un evento storico poco conosciuto in Francia e totalmente sconosciuto all’estero. Ma è soprattutto un’appassionata ribellione all’omertà, o forse un atto di fede ostinata nella capacità catartica di guarire il dolore confrontandosi con la memoria.
Paese: Italia, 2022
Durata: 76 min
Scheda Tecnica
Suono: Dolby Stereo, Color and B&W, DCP HD 1.85:1 Dialoghi in francese e cabilo (sbt in italiano)
Scritto e diretto da: Cecile Khindria and Vittorio Moroni
Camera e DOP: Cecile Khindria and Vittorio Moroni
Micrf: Cecile Khindria and Vittorio Moroni
Montaggio: Cecile Khindria and Vittorio Moroni
Musiche originali composte e arrangiate da: Mario Mariani produced and edited by Ala Bianca Group srl
Post produzione: Korelab
Collaborazione al montaggio: Corrado Iuvara (A.M.C.)
Color: Walter Cavatoi
Sound design e mix: Riccardo Rossi
Grafiche: Carmela Sciortino
Amministrazione: Enrica Pedrotti
Prodotto da: 50N
In associazione con: Ala Bianca
Con la partecipazione di: Agence France Presse, Ala Bianca, Collection Ciclic-Centre Val de Loire, Cinémathèque de Nouvelle-Aquitaine, Institut national de l’audiovisuel, SONUMA-RTBF
Premi e proiezioni
Premio speciale della giuria nel concorso Documentari italiani al 40° Torino Film Festival
Premio della critica SNCCI al Miglior film Concorso EXTR’A – menzione speciale