MINI Expo – Made In the New Italy
Il 31 ottobre chiude EXPO, l’Esposizione Internazionale, il cui tema centrale è stato il cibo e la sostenibilità alimentare come questione chiave per lo sviluppo globale. Molti dei prodotti alimentari che rendono famoso il nostro paese sono il frutto del lavoro di “nuovi italiani”.
Il cibo italiano, orgoglio nazionale esportato all’estero, deve molto alle braccia e alla fatica di decine di migliaia di braccianti stranieri. Le loro storie e le loro culture sono poco note e spesso non hanno diritto di cittadinanza nella società italiana. Molti di loro sono soggetti a violazioni di diritti e costretti a vivere e lavorare in condizioni di assoluta precarietà.
Da anni ZaLab segue le storie di migranti impegnati nell’agricoltura, raccontandone non solo le storie ma anche, dove necessario, la rabbia e l’indignazione per le condizioni di vita e di lavoro a cui sono sottoposti.
Lo abbiamo fatto in particolare con il film IL SANGUE VERDE (prodotto nel 2009), dalla cui esperienza è nato l’Osservatorio Braccianti, uno spazio web per la raccolta di testimonianze, denunce ed iniziative, che è ancora oggi online grazie alla collaborazione con TerreLibere.
In quest’ambito nasce l’idea di MADE IN THE NEW ITALY, un’azione di comunicazione virale che vuole sottolineare l’urgenza di questa tematica in un momento di ampia attenzione pubblica sul tema del cibo.
#MadeInTheNewItaly
I Video e le loro Storie
Dedichiamo l’ultima settimana al Made in the New Italy. Molti dei prodotti alimentari che rendono famoso il nostro paese sono infatti frutto del lavoro di “nuovi italiani”. Tra il 26 e il 30 ottobre 2015, verranno pubblicati qui, sulla pagina facebook di ZaLab, su Repubblica.it e su Mymovies.it, cinque video che raccontano i prodotti del Made in The New Italy.
26/10: Melanzana:
Morò, cittadino ghanese e residente a Caivano, in provincia di Caserta, racconta il suo rapporto con le melanzane. Morò raccoglie melanzane, pomodori da serra, patate, zucchine e altri ortaggi nella campagna casertana dove la presenza di lavoratori africani rappresenta il 26% della popolazione migrante totale e dove il centro sociale Ex Canapificio di Caserta sostiene percorsi di accoglienza e di difesa dei diritti umani e lavorativi dei migranti presenti sul territorio (www.csaexcanapificio.it)
Il video completo qui
27/10: Arancia
Moussa viene dal Burkina Faso ma vive a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, e racconta la sua esperienza con le arance. Moussa raccoglie arance e clementine nella piana di Gioia Tauro dove l’83% dei braccianti stranieri presenti sul territorio lavora senza regolare contratto e dove l’associazione SOS Rosarno è impegnata nella promozione di un’agricoltura sostenibile, attraverso percorsi di accoglienza e di assunzione regolare di braccianti africani (o migranti) nella raccolta agrumicola (www.sosrosarno.org).
Il video completo qui
28/10: Anguria
Gurwinder, proveniente dal Punjab nell’India settentrionale e residente a Sabaudia in provincia di Latina, racconta il suo rapporto con l’anguria. Gurwinder raccoglie angurie, zucchine, broccoli, pomodori da serra e da terra nella campagna agro pontina dove circa 17.000 suoi connazionali sono impiegati in attività bracciantili in condizioni di grave sfruttamento, e dove la cooperativa Inmigrazione , dal 2012, è impegnata nell’accoglienza e nel supporto alla comunità sikh del Punjab (www.inmigrazione.it).
Il video completo qui
29/10: Pomodoro
Gladys viene dal Ghana ma vive a Castelvolturno, in provincia di Caserta, e racconta il suo rapporto con i pomodori e la “pummarola”. La raccolta di pomodori e la produzione della salsa di pomodoro da conserva nel casertano vede oggi una forte componente di manodopera migrante, soprattutto femminile. Nella provincia di Caserta, la presenza di donne migranti impiegate in lavori agricoli o domestici, spesso senza regolare contratto, è pari al 53% della popolazione migrante totale. Dal 2012 la Caritas di Caserta ha attivato percorsi di protezione legale per soggetti vulnerabili, vittime di sfruttamento lavorativo (www.caritascaserta.it)
Il video completo qui
30/10: Cipolla
Daniela, cittadina bulgara e residente a Rosarno in provincia di Reggio Calabria, racconta la sua esperienza con le cipolle rosse. Daniela ogni giorno compie circa 70 km per raggiungere le coltivazioni di cipolla rossa nella zona di Tropea dove, insieme ad altre sue connazionali, lavora per poco più di due euro l’ora. Nel 2014 l’associazione MEDU, impegnata nell’assistenza medica e psicologica dei migranti, ha pubblicato il report “Terra (in)giusta” per denunciare, tra gli altri, casi di sfruttamento lavorativo nel settore agricolo calabrese(www.mediciperidirittiumani.org)
Il video completo qui
Per saperne di più, il rapporto Terra Ingiusta di MEDU – Medici per i diritti umani
SCHEDA TECNICA
produzione: maggio/agosto 2015
uscita: ottobre 2015
formato di ripresa: HD
durata: 30” / 3′
un progetto ZaLab con il sostegno di Open Society Foundations
Per ogni informazione, scrivete a comunicazione@zalab.org.
Scopri con noi quali sono le storie del Made in The New Italy, scopri chi c’è dietro.
#MadeInTheNewItaly
Paese: Italy