Container 158
La vita quotidiana al campo attrezzato di via di Salone, in cui l’amministrazione di Roma ha raggruppato quasi 1000 cittadini rom. Fuori dal raccordo anulare, lontano da tutto e da tutti.
Giuseppe si alza ogni mattina e va in giro col furgone a cercare il ferro. Remi è un meccanico senza officina: aspetta che qualcuno gli porti una macchina da aggiustare.
Miriana aspetta, invece, che nascano le sue due gemelle. Brenda vorrebbe un lavoro ma è senza documenti: è nata in Italia, ma non ha la nazionalità. Neppure quella del suo paese di origine, il Montenegro, che l’ha “scancellata”, come dice lei.
Sasha, Diego, Marta, Cruis vanno a scuola ogni mattina, ma non arrivano mai in tempo: il campo dove vivono è a chilometri di distanza, il pulmino fa ritardo e rimane spesso imbottigliato nel traffico.
NOTE DI REGIA
Quando si pensa al popolo Rom prevalgono due modi di immaginare la loro cultura.
Una è quella Romantica: nomadi e anarchici che viaggiano per l’Europa cantando antiche canzoni e incrociando parenti gitani per la penisola iberica o in villaggi Balcanici alla “Kusturica”. L’altra è quella negativa: ladri, nullafacenti, parassiti, ruba-bambini, mendicanti, violenti, ecc. ecc.
La realtà non sta né da una parte né dall’altra. La maggior parte dei Rom ormai sono sedentari da decenni. L’idea che le attività di cui si occupano siano essenzialmente criminali è in parte frutto di pregiudizio, in parte anche verità. In Europa le comunità Rom si collocano al di sotto di quasi tutti gli indici di sviluppo sui diritti umani e a volte la criminalità non è una scelta.
In Italia otto famiglie Rom su 10 sono a rischio povertà. Solo un Rom su sette ha terminato le scuole di secondo grado. Molte famiglie sono indirettamente vittime di micro-mafie ma la maggior parte, comunque, lotta ogni giorno per portare il pane quotidiano a casa attraverso lavori umili. La storia che abbiamo voluto raccontare parte dalle persone comuni e affronta diversi aspetti della questione: mira a scardinare i pregiudizi, cerca di mostrare cosa significhi vivere quotidianamente nei campi attrezzati, evidenzia le controversie, riflette sul meccanismo che da anni forza i Rom a porsi in situazioni di conflitto con gli altri cittadini.
I protagonisti raccontano storie che partono dalle semplici attività comuni a ogni essere umano e sono esaminate ed approfondite attraverso le varie fasi e stagioni della vita: infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità e anzianità.
Container 158 è stato realizzato con il sostegno di: Open Society Foundations
e con il patrocinio di: Amnesty international Italia, Consiglio d’europa – ufficio di Venezia, Associazione 21 Luglio
Scheda Tecnica
Italia, 2013 – 62′
Regia: Stefano Liberti, Enrico Parenti
Fotografia: Enrico Parenti
Montaggio: Chiara Russo
Musiche: Stefano Piro
Suono: Riccardo Spagnol
Formato: HD
Cast: Sasha Sulejmanovic, Miriana Halilovic, Giuseppe Salkanovic, Brenda Salkanovic, Remi Salkanovic
Lingua: Italiano, romanì (sottotitoli in italiano)
Produzione: ZaLab
Con il sostegno di: Open Society Foundations
Con il patrocinio di: Amnesty international Italia, Consiglio d’europa – ufficio di Venezia, Associazione 21 Luglio
Premi e proiezioni
Evento speciale Alice nella Città – Festival del cinema di Roma 2013
Terraditutti Film Festival 2014, Bologna – Miglior Documentario Italiano
Free Lance International Press – Premio Italia Diritti Umani 2014
Festival Sguardi Altrove 2014, Milano – proiezione speciale
Festival dei diritti umani, Parigi – Selezione ufficiale
Human Right Night Festival 2014, Bologna
Ischia Film Festival 2014 – Selezione Ufficiale
Festival Internazionale a Ferrara 2014 – Proiezione speciale
Cici Film Festival 2014 – Proiezione Speciale