Notizie da Dimitrovgrad (confine tra Serbia e Bulgaria)
(Dimitrovgrad) – di Ilaria Zambelli
Sono arrivata a Dimitrovgrad lo scorso dicembre per fare volontariato presso I’m Human Organization (iHo). Sebbene in quella giornata non fosse arrivato nessuno, dal giorno dopo c’è stato un forte afflusso di migranti che attraversano il confine arrivando dalla Bulgaria.
Alcuni di loro sono stati arrestati, detenuti per qualche giorno in uno dei centri in Bulgaria e obbligati a lasciare le impronte digitali. Dopo la registrazione delle impronte, vengono rilasciati. Nei pressi delle strutture in cui sono detenute queste persone ci sono dei bar in cui essi possono trovare i trafficanti, ma è anche facile trovarli per strada. I trafficanti sono legati alla polizia della capitale bulgara in diversi modi: un ragazzo afgano ci raccontava di essere stato arrestato da un poliziotto che 2 giorni dopo ha incontrato nelle vesti del tassista (trafficante) che lo portava verso il confine serbo.
Nella capitale bulgara, oltre al rischio di essere trovati e arrestati dalla polizia, le persone devono anche guardarsi dai locali che li fermano chiedendo loro dei soldi in cambio di non denunciarli alle autorità.
Le persone arrivano a Dimitrovgrad in pessime condizioni a causa del trattamento che la polizia bulgara riserva loro e della lunga camminata che fanno per arrivare qui: 30 km nella foresta tra la Bulgaria e la Serbia. La media degli arrivi nel mese di gennaio è intorno alle 50/60 persone al giorno.
Attualmente le condizioni meteo sono molto dure: la notte la temperatura scende fino a -20 gradi. Di solito le persone arrivano tra le 22:00 e le 4:00 del mattino successivo perché i trafficanti dal lato bulgaro si sentono più sicuri ad accompagnarli fino alla foresta quando fa buio poiché ci sono meno rischi di incontrare pattuglie della polizia lungo la strada.
Usciti dal lato serbo della foresta, arrivano alla stazione della polizia di frontiera di Dimitrovgrad a piedi o con dei taxi se hanno i soldi per pagarli. I trafficanti dal lato bulgaro chiamano i “colleghi” del lato serbo per informarli sul numero delle persone che devono andare a prendere. A volte i tassisti/trafficanti ci informano circa il numero delle persone che stanno per andare a prendere, ma non sempre capita. Quando vediamo qualcuno arrivare, gli andiamo incontro spiegando loro che dovranno essere registrati dalla polizia serba (senza dare le impronte) e che avranno un documento valido per tre giorni per viaggiare legalmente in Serbia. Nel frattempo ci facciamo un’idea delle cose di cui hanno bisogno: guanti, cappelli, giacche, scarpe, ecc…
La polizia serba accetta solo afgani, iracheni, siriani e iraniani. Dato che questa informazione è nota, arrivano solo persone provenienti da quei paesi.
Il campo in cui vengono accolti è all’interno di una stazione di polizia. Noi non possiamo entrare. Noi siamo le prime persone che loro stessi definiscono “Good human”, si sentono accolti come esseri umani per la prima volta durante il loro lungo viaggio. A volte sono talmente spaventati dalla polizia che ci prendono il braccio perché vogliono farci entrare con loro nella stazione di polizia per proteggerli da eventuali abusi. Gli spieghiamo che la polizia serba è diversa da quella bulgara, di non avere paura e di tornare da noi una volta finita la registrazione.
Per quanto riguarda l’assistenza, abbiamo un furgone parcheggiato sulla strada in cui stocchiamo vestiti, cibo e bevande da offrire loro.
Dopo la registrazione escono a gruppetti o tutti insieme. Dopo aver provveduto ad offrire i beni di prima necessità, forniamo loro una mappa in cui è segnata la rotta che dovranno percorrere fino ad arrivare in Slovenia e, da lì, in Austria. Ogni tappa ha delle procedure per la registrazione delle loro generalità, quindi spieghiamo loro come funziona in ogni posto, in modo che siano preparati e che sappiano cosa fare.
Le persone rimangono a Dimitrovgrad tra le 6 e le 12 ore, in rari casi anche 24, poi ripartono.
Arrivano tantissimi volontari internazionali a dare assistenza ai migranti che transitano da questo paese di confine. Diamo assistenza affinché le persone che arrivano abbiano dei vestiti appropriati alle temperature invernali e cibo. Le informazioni che forniamo loro sono molto importanti per garantire la loro sicurezza, in modo che sappiano di non dover più viaggiare con i trafficanti, ma che possono utilizzare i mezzi pubblici grazie alla loro registrazione presso la polizia di frontiera serba.
L’altra parte del nostro lavoro qui è quella di stabilire un dialogo con loro, dare loro la possibilità di parlare e raccontare il loro viaggio, i loro sogni e le loro aspettative per il futuro. La maggior parte dei migranti che transitano qui sono ragazzi giovani, con la speranza di potersi costruire un futuro migliore di quello che avrebbero avuto se non avessero deciso di lasciare i loro paesi.
Hanno tutti in mente una meta, tendenzialmente nel nord Europa, e dei progetti di vita che contano di realizzare.
Mentre loro viaggiano e sognano il loro futuro rischiando la vita, l’Unione Europea cerca in tutti i modi di forzare la Grecia a chiudere le frontiere con la Turchia, la Danimarca e la Germania confiscano i beni di valore e i soldi a chi è arrivato sano e salvo a destinazione.
Qui a Dimitrovgrad abbiamo sempre bisogno di volontari, chi fosse interessato a supportarci anche per un breve periodo può scrivere a ilaria.z@iho.org.uk.