Diari dalla Libia: La Primavera di Kelly a Tripoli
Dal blog di Andrea Segre:
“In questi giorni la Libia vive un momento molto delicato. Da noi se ne parla solo per paura che dal caos libico possa emergere un altro spazio di potere dell’IS. In realtà sappiamo poco o niente. Ho chiesto ad un amico videomaker di Tripoli di aiutarci a capire.
Trascrivo qui la corrispondenza con Kelly, – Khalifa Abo Khraisse, in arte Kelly, un amico videomaker e documentarista di Tripoli.
32 years old, Studied business management, directing (cinema), filmmaker and videographer. Sono graditi commenti in inglese, così anche Kelly può capirli.
31 marzo 2016
Andrea – La gente normale in Italia pensa che la Libia sia un paese dove ogni giorno si rischia la propria vita e che l’unica scelta sia combattere o startene a casa…
Kelly – Abito a Tripoli, vicino ad una zona che si chiama Gurji che sta fuori dal centro della città. In questi giorni l’unica abitudine che non ho cambiato è il mio caffè del mattino: da 7 anni, tutti i giorni più o meno per le 8.00 devo prendere il mio caffè (macchiato) in un piccolo bar all’angolo della strada. Per il resto cerco di evitare di uscire troppo. Odio le tensioni nell’aria.
Ma se fai un giro in città verso tarda mattinata, sarai impressionato da quanto le strade siano affollate. Mia sorella va ancora al lavoro e mio fratello continua ad andare all’università come al solito.
Mia madre continua ad essere sempre entusiasta quando la televisione dà buone notizie, oppure un annuncio ufficiale dalle Nazioni Unite o altre istituzioni che supportano il nuovo governo.
(Lei sta sempre dalla parte più ragionevole, lei ha sempre più speranza di tutti, supporta sempre i più deboli, quelli che vengono schiacciati, anche quando facendo zapping in TV le capita di vedere una gara di “wrestling” si dispiace molto per quello che viene picchiato e tifa per lui come se fosse una sua fan da sempre.)
Mio padre invece non sostiene mai nessun leader, presidente o figure pubbliche libiche.
Pensa te che quando abbiamo avuto le prime elezioni nel 2012 per la nuova Assemblea Costituente è andato a votare, ma lasciando la scheda elettorale bianca. Più tardi fuori dai seggi parlando con i suoi amici e vicini ha detto sorridente: “Quando sono andato a votare nel 1965 ho lasciato la scheda bianca, perché non c’era nessuno che meritava la “sedia”, ma anche oggi non c’è nessuno che se la merita”. Ha tirato fuori dalla sua tasca la scheda elettorale degli anni ’60 che aveva tenuto d’allora. La gente era entusiasta e hanno iniziato a fotografarla.
Ma qualche giorno fa parlando del nuovo Primo Ministro ha detto: “Conoscevo suo padre e conosco lui. Viene da una buona famiglia. Suo padre era una brava persona”.
Credo che questo sia una specie di approvazione che nessun altro politico libico ha mai avuto da parte sua.
Durante il giorno alcune zone della città sono circondate da veicoli militari. Alcune strade principali sono state chiuse, sembra quasi si stiano preparando per l’ultimo scontro.
In TV un gruppo di ragazzi con delle tute militari hanno letto un annuncio che iniziava dicendo che sono “dei leader ribelli delle milizie” e che rifiutano e dichiarano guerra al nuovo governo. In altri canali altri gruppi che si presentano come “dei comandanti delle brigate” dichiarano di supportare e ed essere fedeli al nuovo governo.
Le tensioni avvenute qui nel 2014 sono durate più di un mese: sono stati spietati, bruciando tanti palazzi incluso l’aeroporto, magazzini di petrolio e hanno pure obbligato tante persone a lasciare le loro case.
Nessuno vorrebbe mai più rivivere qualcosa del genere
A – Quale è la tua speranza per il futuro?
K – La mia speranza? Beh, se posso permettermi di sognare, spero che avremo semplicemente un uomo giusto, forse un eroe, un diverso tipo di eroe, un eroe che questo Paese non ha mai avuto. Qualcuno che può fare una differenza visto che la storia ci ha confermato che il nostro popolo ha bisogno di leaders.
La “Great Man theory” funziona perfettamente nei nostri paesi: abbiamo bisogno di qualcuno che non può essere “comprato”, che non può essere intimidito dagli Islamisti e che magari abbia il coraggio di dire di si, ma anche di no qualche volta.
Ma se intendi la mia speranza per adesso, allora spero semplicemente che non si arrivi ad una guerra su larga scala. Spero che la gente trovi il coraggio di uscire di casa e di sostenere il nuovo governo con delle manifestazioni pacifiche e spero che lo accettino, perché soltanto così i prezzi scenderanno, grazie alla diminuzione del tasso di cambio con il dollaro. Soltanto in questo modo le banche potranno avere contanti per poter pagare gli stipendi.
Nello stesso tempo è evidente che questi problemi nascono da pressioni volute da elite di “giocatori”, che li hanno creati apposta perché sia il nuovo governo a poterli risolvere. In questo modo il nuovo governo apparirà come “salvatore”.
C’è una vecchia frase in Libia: il vento infuria e gli alberi soffrono la pressione. (ma nel senso di “pagare il prezzo”)
Questi “venti” di Destra e di Sinistra non smetteranno di combattere, ma gli unici a soffrire saranno gli alberi. La “nave” non arriverà mai in un luogo sicuro, allora spero semplicemente di poter avere più momenti di serenità nel mezzo delle tempeste, in modo tale che la gente possa anche vivere un po’.
Abbiamo messo le nostre vite in attesa dal 2011. La mia lo è ancora. Come un passeggero che non vuole disfare i propri bagagli stando una notte in un albergo che costa poco essendo in attesa del volo il giorno dopo. Però il volo si ritarda sempre di più. Il passeggero crede che ciò che sta vivendo è temporaneo, allora continua ad aspettare davanti la finestra con i bagagli sempre pronti.
Io mi sento come quel passeggero, ma provo almeno ad avere delle speranze in più per gli altri. Il matrimonio di mia sorella si terrà il 10 di questo mese e lei si sta occupando di tutti i dettagli, controllando la lista degli invitati, facendo varie prenotazioni e avendo un sorriso sereno sempre come se non ci fosse intorno a lei nulla di cui preoccuparsi. E ad essere sincero è anche molto più tranquilla di altre spose in situazioni più “normali”. Io pregherò perché lei abbia un bel matrimonio, ma sperare qualcosa di più sarebbe una specie di “fantasia”.
A – La “Great Man Theory”:.. Questo significa che in qualche modo era meglio con Lui (Gheddafi) prima? Non c’è proprio nessun altro modo per avere un po’ di stabilità e rispetto della pluralità e dei diritti civili?
K –E’ difficile rispondere onestamente, ma se non ti dispiace lasciami prendere la tua domanda alla lettera, così potrò risponderti. Si, in confronto a ciò che abbiamo ora, con Lui era meglio prima. Ma d’altra parte mi rifiuto di ammetterlo, perché sono personalmente ed emotivamente molto coinvolto per essere oggettivo e confessare la verità. Devo continuare a credere che tutto ciò che ci sta succedendo faccia parte di un piano generale. Che tutto ciò che ci sta succedendo abbia un ragione e che tutte quelle persone che hanno sacrificato le proprie vite non siano morte in vano.
Ho perso amici cari e amo pensare che siano morti per una grande causa.
Ne deduco infine che tutte le sofferenze che viviamo oggi sono per colpa Sua, e che allora forse siamo anche noi colpevoli tanto quanto lui.
Valutando la nostra situazione, la nostra società, la nostra mentalità e tutti i fattori, non avremo una vera stabilità né un vero rispetto per i diritti, né ora né nei prossimi anni.
Questo è il mio punto di vista e non sono pessimista. E’ la mia opinione realistica.
Se c’è un’altro modo io per ora non lo vedo..
Che ne pensi tu?
A – Veramente non so se sono capace di avere un punto di vista “pulito” dal mio background occidentale e capitalista, anche se preferirei non averlo. La mia speranza durante la rivoluzione del 2011 era la crescita della vostra capacità di non essere controllati da nessun “Great Man”, da nessun altro paese e da nessun’ altra economia.Una nuova generazione di libici capaci di costruire la vostra strada verso la democrazia…una speranza ingenua ma sincera.
Adesso la priorità sarebbe di trovare un accordo pacifico tra poteri arroganti.Mi piacerebbe semplicemente che qualcuno tra di voi possa essere identificato come meno terribile degli altri.
Quello che veramente manca a noi qui è un vostro referente. Non sappiamo quale parte supportare. Per quello non manifestiamo, non troviamo il modo di appoggiarvi. Siamo bloccati davanti a questi terribili laptops cercando di capire qualcosa. E la stessa cosa con Siria,Tunisia e altri posti ancora: non sappiamo chi potrebbe essere capace di combattere laggiù in modo tale da costruire qualcosa che non dipenda da poteri stranieri e che non sia controllato da “monarchie militari”.
K – Hai detto tutto e mi fai ricordare una frase che spesso mi piaceva dire: “Forse il nostro destino è di poter scegliere soltanto tra “barbe e stivali”. Ma spero veramente che ci possa essere un’altra via di uscita.
A – Perché vivi ancora lì? Come mai non sei ancora fuggito?
K – Se lo chiedi a mio padre ti dice probabilmente la stessa cosa che ha sempre detto durante la guerra civile nel 2011: “La nostra famiglia non è fuggita quando sono arrivati gli Italiani, né mentre c’era il re, né quando Gheddafi ha preso in mano il governo. Allora non fuggiremo ora. Noi ci teniamo al nostro Paese”.
Mio padre ha studiato in Inghilterra per 6 anni e poi, a differenza di mille altri che sono rimasti là, lui è tornato. Mio fratello grande ha studiato in Grecia per molti anni e poi é tornato, io viaggio tanto ma torno sempre a casa. Alla fine appartengo a questo luogo.
Mi rifiuto di scappare solo perché la situazione qui non è facile, mi rifiuto di diventare un rifugiato.
Non dico che tutti debbano essere d’accordo con me, non dico che non rispetto o non ho simpatia per le persone che non sono d’accordo e che scelgono un’altra strada. Ognuno di noi deve fare quello che deve fare però alla fine “Ognuno di noi pensa di star facendo la cosa giusta, ma quello che per Dio pesa davvero è il cuore”.
E se mai arriverà un giorno che deciderò di andarmene e di vivere da qualche altra parte, lo farò con orgoglio, camminando a testa alta senza avere nulla di cui vergognarmi: lo farò per scelta, non semplicemente per andarmene perché qui non è più sicuro o per fuggire da una guerra lasciando indietro i miei cari.
Quando sono andato in Tunisia il 21 marzo scorso, non poteva esserci timing peggiore: nel momento in cui ho lasciato la Libia, sono cominciate le tensioni a Tripoli ed io impazzivo leggendo e guardando i telegiornali su internet. Dopo tante chiamate alla mia famiglia e ai miei amici, mi hanno rassicurato che la situazione non era così brutta come la presentavano su internet.
IN realtà ci sono state delle tensioni soltanto in una piccola parte della città e soltanto per un giorno, ma per me era davvero terribile essere lontano, senza sapere cosa veramente stava succedendo, dovevo affidarmi a telegiornali e internet; una condizione che mi ha reso ancora più chiaro perché non ho mai avuto fiducia in queste fonti di informazioni.Per fortuna sono riuscito a tornare a Tripoli prima che chiudessero l’aeroporto e sospendessero i voli internazionali con l’obbiettivo di non lasciar entrare a Tripoli il nuovo governo.Impazzisco solo all’idea di poter essere ancora bloccato in Tunisia. Preferirei stare nel bel mezzo di una guerra, invece di stare intrappolato fuori.
1 aprile 2016
K – Oggi è tutto tranquillo sul fronte orientale, amico mio. Un altro noioso venerdì.
I telegiornali continuano a mostrare i sostegni internazionali al nuovo Premier e qualche timida voce qui e lì prova davvero a sostenerlo.
Momento clou della giornata: Il nuovo Premier è andato alla preghiera del venerdì alla moschea di Mizaran, nel cuore di Tripoli, una mossa proprio coraggiosa con la quale ha mandato un messaggio forte. Quello che veramente ha catturato i miei occhi era quella foto con gli sguardi e i sorrisi dei vecchi che stavano dietro le finestre.
Mentre la guardavo mi è venuta in mente un’altra foto del 2012, di un vecchio che stava vicino ad una colonna in una famosa moschea Sufi – o meglio, in quello che è rimasto dalla moschea che fu distrutta dopo un raid notturno effettuato dagli estremisti. Quel vecchio nascondeva la sua faccia e piangeva. Quella foto mi è rimasta impressa e mia madre piangeva perché quella moschea si trova a Zlitin, il paese da cui viene.
Allora ha un valore inestimabile guardare oggi gli sguardi dei vecchi dietro le finestre. Gioiosi e speranzosi.
Spero veramente che il nuovo Premier non li deluda.
7 aprile 2016
K- E’ una specie di circo! Non ti posso spiegare esattamente cosa sta veramente succedendo.
E’ tranquillo e “sicuro” e all’improvviso a Tripoli sembra tutto calmo, riapriranno tutte le ambasciate, iniziando con Turchia e Marocco e poi seguono le altre. Il valore del dollaro è sceso in modo significativo e il problema della liquidità si sta per risolvere.
Il parlamento di Tobruk (HOR) si sta dividendo e adesso è molto più fragile.
Ci sono dei deputati che stanno boicottando le riunioni di quelli favorevoli al nuovo governo e ce ne sono altri dalle città del’Est che chiedono il federalismo e propongono di dividere il Paese. Poi ovviamente ci sono quelli che insistono ancora perché venga approvato il nuovo governo.
Intnato a Tripoli ci sono 93 membri del Congresso Nazionale Generale (GNC) che stanno boicottando. Tutti gli altri hanno fatto un’assemblea annunciando che il nuovo governo sta ufficialmente prendendo in mano la situazione, stanno formando il Consiglio di Stato come previsto dall’accordo UN.
Hanno scelto come portavoce il peggiore, Swihly da Misrata, che è stato prima con il GNC poi con HOR e poi di nuovo con il GNC e che va anche molto d’accordo con i Fratelli Musulmani.
E’ un caos e il GNC è ancora molto presente, mi sembra che tutto ciò sia tagliato su misura per permettere ai Fratelli Musulmani di prendere il potere.
Mi spiego: due settimane fa GNC ha approvato due leggi, una che prevede la fustigazione come punizione per il consumo di alcool e l’altra che prevede la fustigazione per gli adulteri non sposati e la flagellazione a morte per gli adulteri sposati.
Nessuno ha il coraggio di opporsi, anche il nuovo Premier appena arrivato ha subito annunciato che la Sharia Islamica sarà l’unica base di riferimento per le leggi. Non penso che sia nella posizione per fare una dichiarazione del genere, non ha nessun potere legislativo e speravo che le ultime decisione del GNC potessero essere denunciate come non legittime, ma ora invece vedo che le riconoscono come valide. Ciò che volevano era semplicemente assicurare gli islamisti che tutto andrà come loro vogliono.
E’ di nuovo un cavallo di Troia, come con le elezioni del 2012, quando il popolo non scelse gli islamisti, ma loro sono entrati dalla porta di dietro e si sono comprati il loro ritorno al potere.
Ciò che credo è che ci sarà una “luna di miele”, ci stanno restituendo quello che ci hanno tolto per circa due anni e mentre noi li ringraziamo per averci concesso i nostri diritti minimi sarà già troppo tardi per cambiare le cose. Ma forse mi sbaglio, forse il nuovo premier li sta assecondando finché non sarà davvero in grado di agire in un’altra direzione.
9 aprile 2016
K – Fin qui sono sopravvissuto all’inizio delle feste del matrimonio che mi tengono distratto da ciò che sta succedendo intorno..
Ore e ore di musica libica mi stanno uccidendo… E’ peggio dei rumori degli scontri!
Spero che un giorno potremo avere una vera conversazione in Italiano. Per ora quello che ho imparato in tante lingue è come ordinare un caffè, che è la cosa più importante.
Posso ordinare il caffè in italiano, in francese, in polacco, naturalmente in arabo (in tutti i dialetti) e in inglese. Un giorno farò un salto da voi e imparerò meglio l’italiano.”