Approfondimenti rassegna MigrArti “Il mio cinema, la mia città”
SECONDE GENERAZIONI- Tra passato e presente
Chi sono i figli della migrazione e perché hanno un’etichetta tutta loro? Come ogni etichetta che si rispetti, la sua immobilità dipende dalle lenti con cui la si guarda. C’è chi le vede come semplici individui stranieri, c’è chi non li vede affatto, c’è chi vede in loro la chiave della mediazione culturale, c’è chi ci vede la semplicità dell’adolescente contemporaneo. Il primo focus è dedicato interamente alla questione 2G perché, ovunque si voglia trattare il tema migratorio, ci saranno sempre bambini e adolescenti che vivono sulla loro esperienza di crescita tutte le tensioni e le ricchezze dell’essere figli di genitori stranieri.
Saimir e Mà Revolution raccontano, in stili completamente diversi, scenari comuni a tanti bambini e adolescenti. Al contrario, Mariscica fu la prima rappresenta il contraltare delle seconde generazioni, andando a recuperare le testimonianze dei primi flussi migratori arrivati in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale.Eppure la confusione tra prima e seconda generazione sussiste. Se ne parlerà all’interno della tavola rotonda partecipata con l’associazione Questaèroma.
Saimir Italia, 2004, 88’
Saimir ha sedici anni, è albanese e vive dietro una finestra aperta sul mare di Ostia. Le sue notti sono lunghe, infinite come il numero di immigrati clandestini che raccoglie sul litorale laziale e che poi suo padre traffica coi piccoli imprenditori agricoli della zona. Saimir è poi e soprattutto un adolescente che vive un’età straordinaria dentro una realtà e una condizione altrettanto straordinarie:quella dell’immigrazione e dell’emarginazione.
Francesco Munzi
Regista e sceneggiatore. Si laurea in Scienze Politiche e nel 1998 si diploma in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. Esordisce nel lungometraggio nel 2004 con “Saimir”, che partecipa alla 61ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove vince la Menzione speciale Opera prima. Seguono decine di festival nel mondo, con premi tra cui il Nastro d’argento come Migliore Regista esordiente, e ottime critiche. Ottiene inoltre il Premio Navicella Cinema Italiano, RdC Awards 2005, nell’ambito della nona edizione del Festival del Cinema Spirituale ‘Tertio Millennio’. “Il resto della notte” (2008), suo secondo lungometraggio, partecipa al Festival di Cannes nella Quinzaine des Réalisateurs. Nel 2014, è ancora presente al festival di Venezia, con il film “Anime nere” (liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco) che ottiene il Premio Francesco Pasinetti, il Premio Fondazione Mimmo Rotella (Luigi Musini) e il Premio Schermi Di Qualità-Carlo Mazzacurati. Il film ottiene 16 candidature ai David di Donatello portandosi a casa ben 9 statuette.
Mariscica fu la prima di Annamaria Gallone Italia, 2009, 82’
Il film affronta il tema della migrazione delle donne capoverdiane e del loro arrivo in Italia agli inizi degli anni Sessanta. Il racconto è una lezione di vita, frutto della grande forza e capacità dell’essere umano di poter cambiare il proprio destino. Queste donne lo hanno fatto e come loro, tante altre nel mondo, giorno per giorno stanno trasformando silenziosamente la storia dell’umanità.
Annamaria Gallone
Produttrice, regista, giornalista, scrittrice. Ha vissuto in Africa, Cina, Iran. Collabora a numerose riviste, progetti culturali e trasmissioni televisive sui temi del dialogo interculturale. Con la Kenzi Productions realizza e produce fiction e documentari per il cinema e la televisione. È uno dei fondatori del Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina di Milano, di cui cura la direzione artistica.
Tavola rotonda partecipata “Nonne di prima migrazione e nuovi cittadini”.
Intervengono due protagoniste di Mariscica e le associazioni QuestaèRoma e Italiani senza cittadinanza (vedi mail dedicata di Michele). Sarà presente anche Paolo Masini per il MiBACT per presentare il progetto e intervenire nel dibattito.
Ma Rèvolution di Ramzi Ben Sliman Francia, 2016, 80′
Con l’arrivo della Primavera Araba nel cuore di Parigi, la gente scende in strada per manifestare il proprio sostegno. Tutti tranne il quattordicenne Marwann. Nonostante le sue origini tunisine, Marwann è troppo preso dai suoi problemi adolescenziali: essere indipendente dai genitori, diventare popolare a scuola e catturare l’attenzione di Sygrid.
Ramzi Ben Sliman
Regista parigino, eredita la passione per il cinema da suo padre proiezionista itinerante. Prima di dedicarsi definitivamente alla carriera cinematografica, in seguito a studi scientifici, lavora come insegnante di matematica. Riadatta e dirige Lo straniero di Albert Camus a Parigi e realizza due cortometraggi: Mon homme (2007) e En France (2010). Ma révolution, il suo lungometraggio d’esordio, è selezionato a Berlino e al Giffoni Film Festival nel 2016.
SGUARDI DI GENERE
Io sono Li di Andrea Segre Italia, 2011, 102’
Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni. All’improvviso viene trasferita a Chioggia, una piccola città-isola della laguna veneta per lavorare come barista in un’osteria.
Andrea Segre
Regista di film e documentari per cinema e televisione, è anche dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione. Da oltre dieci anni presta particolare attenzione al tema delle migrazioni ed è fondatore dell’associazione ZaLab con cui sviluppa progetti sia di produzione che di laboratori di video-partecipativo.
Patience, Patience T’Iras Au Paradis! di Hadja Lahbib, Belgio, 2014, 85’
Negli anni Sessanta migliaia di Maghrebini partirono verso il Belgio per lavorare. Fra loro, delle donne che un giorno hanno lasciato tutto per seguire il proprio uomo in una terra sconosciuta.
“Porta pazienza e andrai in paradiso!) è il ritornello ripetuto mille volte per aiutare queste donne a subire la propria vita senza mai lamentarsene. 50 anni dopo, sono il gusto e la curiosità per l’emancipazione a muoverle.
Tavola rotonda “La famiglia nella migrazione”.
Moderano le associazioni partner Same Same Factory e Associazione Maraa. Intervengono Carmen Hof del Goethe Institut, la rapper Karima 2G e la ricercatrice Lorena Carbonara.
Die Fremde /When We Leave di Feo Aladag Germania, 2010, 119’
Umay è una giovane donna di origine turca. Abortisce all’insaputa del marito, uomo violento verso di lei e verso il piccolo Cem, il loro unico figlio. Dopo l’ennesimo episodio, la donna decide di fuggire e ritornare dalla sua famiglia che è immigrata in Germania, portandosi il figlio, convinta di trovare un ambiente sereno dove farlo crescere. Ma il suo arrivo inaspettato provocherà una serie di conflitti nella sua famiglia.Il film ha vinto il Premio LUX 2010 assegnato dal Parlamento Europeo.
ASIA
Miss Little China di Riccardo Cremona e Vincenzo De Cecco Italia, 2009, 60’
L’Italia dei cinesi come non è stata mai raccontata: chi sono, come vivono, perché scelgono l’Italia. Un faccia a faccia che parte da un concorso di bellezza per sole cinesi. Un viaggio-reportage costruito riannodando i fili di tante storie personali e familiari.
Per Un Figlio di Suranga Deshapriya Katugampala Italia, 2016, 72’
Provincia di una città del nord Italia. Sunita, una donna srilankese di mezz’età, divide le sue giornate tra il lavoro di badante e un figlio adolescente. Fra loro regna un silenzio pieno di tensioni.
Essendo cresciuto in Italia, il figlio fa esperienza di un’ibridazione culturale difficile da capire per la madre, impegnata a lottare per vivere in un paese al quale non vuole appartenere.
Tavola rotonda “Come superare l’etichetta 2G” – Libreria Pagina 2. Modera l’associazione Same Same Factory.
Papilio Buddha India, 2013, 108’
Shankaran è un giovane Dalit, figlio di un attivista comunista, disinteressato alle lotte del padre. Quando però viene arrestato e trattato come un terrorista, a causa dell’aiuto fornito a un americano appassionato di farfalle esotiche, Shankaran prende coscienza delle umiliazioni subite dalla sua gente, e comincia una dura lotta contro il governo.
AFRICA
I focus centrali della rassegna rispondono, forse più degli altri, all’esigenza primaria del bando Migrarti 2017, ossia la proiezione “di film in maggioranza di registi stranieri ed espressione delle comunità di immigrati stabilmente residenti in Italia o che promuovano cinematografie estere poco note e diffuse e rivolte ad un ampio pubblico, al fine di permettere la reciproca conoscenza fra le diverse comunità che vivono in Italia”. I focus sono in collaborazione con la Libreria Pagina 2, che ospiterà una tavola rotonda, e con il Festival del Cinema Africano di Verona, che curerà la presentazione dei film degli autori africani grazie alla presenza di uno dei suoi storici co-direttori artistici, Stefano Gaiga.
Selezione di film a cura del Festival di Cinema Africano di Verona, festival cinematografico internazionale dedicato al continente africano fondato nel 1981.
Paris Mon Paradis di Éléonore Yameogo Francia, 2011, 67′
L’Europa continua a rappresentare l’Eldorado per le donne e gli uomini provenienti da molti paesi africani: un mito che a volte rappresenta la salvezza dopo la fuga da paesi devastati dalla violenza di guerre civili, altre volte è la speranza di una vita migliore, di un lavoro decoroso e giustamente retribuito. Quello dell’Eldorado è un mito che non ha mai trovato riscontro. Una delle città che più rappresenta questa ricerca della felicità è Parigi.
Zakaria di Gianluca e Massimiliano De Serio Italia, 2005, 13’
L’educazione di un ragazzo immigrato, che deve riappropriarsi della sua cultura originaria, quella araba, che non ha mai conosciuto. Vincitore del Premio Kodak al Torino Film Festival e premio per la Miglior Regia al Festival Internazionale di Siena.
La Pirogue di Moussa Touré Francia, Senegal, 2012, 87’
Da un piccolo villaggio di pescatori alla periferia di Dakar, ogni giorno partono numerose imbarcazioni di fortuna che, dopo un viaggio spesso mortale, riescono a raggiungere le Isole Canarie in Spagna. Baye Laye è il capitano di un peschereccio, conosce bene il mare. Non vorrebbe partire, ma non ha scelta. Dovrà potare 30 persone di diverse origini e lingue in Spagna. Alcuni di queste non hanno mai visto il mare e nessuno sa cosa li attende.
Les Avalès du Grand Bleu di Maxime Kossivi Tchincoun Togo, 2014, 26’
L’insegnante Koffi attende notizie da un suo vicino, partito con una piroga per l’Europa. Enam, uno dei suoi allievi, ha perso il padre in circostanze simili. Il film racconta come i giovani studenti di Koffi prendano coscienza del fenomeno migratorio: la speranza di chi parte, l’attesa di chi resta, la tragedia di chi muore.
Presentazione a cura del Festival del Cinema Africano di Verona – Apollo 11. Interviene Stefano Gaiga del Festival del Cinema Africano di Verona.
Good Luck Algeria di Farid Bentoumi Francia, Belgio, 2015, 91’
Sam e Stephane sono due amici e colleghi che lavorano insieme nel loro laboratorio di progettazione sci di alta qualità artigianale. Con l’arrivo delle grandi multinazionali, la loro attività subirà una concorrenza spietata che minaccia il fallimento del negozio. Per promuovere il loro lavoro, i due amici decidono di scommettere sulla qualificazione di Sam ai Giochi invernali di sci di fondo sotto la bandiera del paese dei loro padri: l’Algeria.
130 KM To Heaven di Khaled Khella Egitto, 2015, 13’
Due ragazzi egiziani lasciano, per la prima volta, la loro città attirati da una proposta di lavoro sulle rive del Mar Rosso: grandi alberghi, ragazze facili e bella vita. Le condizioni di lavoro sono in realtà più faticose e umilianti di ciò che si immaginavano, ma non perdono la speranza. Quando arriva una nuova proposta per Sharm El Sheikh, abbandonano tutto e via, verso nuove avventure…
Des Étoiles di Dyana Gaye Francia, Belgio, Senegal, 2013, 87’
Storia di una famiglia senegalese divisa tra Torino, New York e Dakar. I destini di Sophie, Abdoulaye e Thierno si incrociano e divergono, disegnando una costellazione dell’esilio. Sophie lascia Dakar per raggiungere il marito Abdoulaye a Torino. Nel frattempo il marito si è trasferito clandestinamente a New York . Il cugino di Sophie, Thierno, invece dagli Usa arriva per la prima volta in Africa. Il film ci racconta i sentimenti, gli stati d’animo, le emozioni, rilevando l’aspetto più intimo dell’immigrazione. Attraverso le vicende dei tre personaggi viaggiamo nei tre continenti per scoprire le realtà e le speranze dei movimenti migratori contemporanei.
Aïssa di Clément di Tréhin- Laianne Francia, 2014, 8’
Aïssa è congolese e risiede illegalmente sul territorio francese. Sostiene di essere minorenne, ma le autorità ritengono che abbia più di 18 anni. Al fine di stabilire se può rimanere in Francia un medico la deve sottoporre a un esame fisico.
Presentazione a cura del Festival del Cinema Africano di Verona – Apollo 11. Interviene Stefano Gaiga del Festival del Cinema Africano di Verona.
Les Barons di Nabil Ben Yadir Francia, Belgio, 2009,111’
A Bruxelles vivono Hassan, Aziz e Mounir, tre amici , si chiamano “Les Barons” e trascorrono le giornate oziando in un quieto torpore, prendendosi in giro l’un l’altro e attenendosi ad una strana teoria secondo la quale meno iniziative si hanno nella vita, più ricca e gratificante sarà la tua vita interiore. Ma, come spesso accade, quando la realtà si scontra con il mondo dei sogni, Hassan, Aziz e Mounir sono costretti a scendere a patti con la vita, l’amore, il futuro.
SCUOLA APERTA
Una selezione di cortometraggi delle scuole a cura di Sottodiciotto, storico Festival torinese che presenta la produzione audiovisiva realizzata dai ragazzi sotto i 18 anni – in ambito scolastico ed extrascolastico – e il cinema legato ai temi dell’infanzia, dell’adolescenza e della gioventù.
My Name is Adil di Andrea Pellizzer, Magda Rezene, Adil Azzab Italia, Marocco, 2016, 74’
Storia vera di Adil, un bambino cresciuto nella campagna marocchina che a 13 anni raggiunge il padre emigrato in Italia. Adil si confronta con la durezza dell’esperienza migratoria, ma anche con esperienze che cambieranno per sempre la sua vita. Girato tra la campagna marocchina e Milano, realizzato con attori non professionisti, il film tratta i temi della migrazione e dell’identità culturale a partire da una prospettiva nuova: quella dei bambini e dei ragazzi.
ore 15-19 Laboratorio di MCE (tutte le info qui)
PRIMI SGUARDI
Les Sauteurs di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibe Danimarca, 2016, 82’
Sul Monte Gurugu intorno a Melilla, enclave spagnola in Marocco, vivono migliaia di migranti africani in attesa di riuscire a scavalcare la barriera di filo spinato e telecamere che li separa dall’Europa. La loro è una vita ammassata e precaria, ma piena di progetti e futuro. Ad uno di loro, Abou originario del Mali, gli autori affidano una telecamera per raccontare la vita di questa comunità.
Luoghi Comuni di Angelo Loy Italia, 2015, 75’
Il film racconta l’emergenza abitativa attraverso lo sguardo di Mona, una donna di origini egiziane e della sua famiglia. Le vicissitudine dello sfratto e dell’occupazione mostrano le tante scelte sofferte e obbligate ma anche la scoperta di nuove dimensioni di solidarietà fino anche a superare la contrapposizione straniero/ italiano.
Nadea e Sveta di Maura Delpero Italia, 2012, 62’
Come molte donne moldave, Nadea e Sveta sono emigrate in Italia per ragioni economiche. Le loro famiglie sono rimaste in Moldavia: Nadea ha lasciato figli ormai grandi, mentre Sveta ha dovuto affidare alla nonna la sua bimba di tre anni. Nel 2010 Sveta riceve i documenti che le permettono di tornare in Moldavia e rivedere finalmente la figlia dopo due anni e mezzo di lontananza. Alla partenza dell’amica, Nadea rimane sola a Bologna e cerca di reagire alla solitudine. Le due amiche continueranno a confidarsi ed aiutarsi a distanza. I loro destini si incroceranno fino ad invertirsi, in una storia di donne sempre pronte a ripartire.
L’Orchestra di Piazza Vittorio di Agostino Ferrente Italia, 2006, 93’
Roma, 2001. Mario, musicista, e Agostino, documentarista, abitano entrambi all’Esquilino, quartiere multietnico attorno a piazza Vittorio. Uniscono le forze per salvare l’unico cinema sopravvissuto nel quartiere, lo storico Cinema Apollo, che sta per essere trasformato in una sala bingo. L’idea di Agostino è farlo diventare un cantiere multidisciplinare dove proiettare film e suonare musiche del mondo. Il compito di Mario è trasformare quelle musiche in un’orchestra. Creano un comitato, l’Apollo 11, e decidono di filmare questa sfida.