“Il canto del ghiaccio”. Cinque mesi in ascolto della fusione del ghiacciaio dell’Adamello
Si stanno avviando i lavori per raccontare con immagini e suono le trasformazioni di uno dei luoghi in cui si verificano in modo più rapido e radicali gli effetti del cambiamento climatico:i ghiacciai alpini.
Si sta avviando il progetto “Il Canto del ghiaccio”, di Stefano Collizzolli e Paolo Ghisu.
Tre telecamere in timelapse e molte uscite di ripresa racconteranno la fusione estiva della Vedretta di Làres, nel sistema glaciale dell’Adamello, il più grande ghiacciaio integralmente in territorio italiano fra Trentino e Lombardia.
Tutto il percorso può essere seguito, passo passo, sui canali instagram e facebook Canto del ghiaccio.
Abbiamo un’urgenza storica irripetibile.
I grandi ghiacciai delle Alpi stanno scomparendo ad un ritmo febbrile. Stanno fondendo, ma ad una tale rapidità che piuttosto vien da dire che stanno evaporando.
Fino a pochi anni fa si poteva cogliere la differenza osservando le foto del passato. Ora basta tornare a distanza di pochi mesi per accorgersene: fra crolli di fronti e di seracchi, ruscelli di superficie, doline ed inghiottitoi glaciali che generano caverne subglaciali azzurre e piene di sottili cascate, laghi che nascono, i ghiacciai si disfano sotto i nostri occhi, ad un ritmo di trenta, quaranta, cento metri all’anno.
I modelli di vent’anni fa l’avevano previsto.
In quegli anni percorrevamo i ghiacciai sentendoli solidi sotto i piedi, primordiali; vecchissimi ed eterni. Ed era difficile credere alla loro scomparsa, considerarla una prospettiva reale, visualizzarla. Ora sta accadendo.
I modelli di oggi ci dicono che se tutti i ghiacci del globo si sciogliessero, il livello del mare salirebbe di 65 metri, sommergendo una gran parte delle aree costiere più densamente popolate. Sotto metri d’acqua andrebbero Venezia, Roma e Palermo. Odessa e Lagos. New York, Manila ed Istanbul. E’ difficile crederci, considerare questi scenari una prospettiva reale, visualizzarla. Ma quello che vediamo sui fronti glaciali delle Alpi è la prima mossa di questo domino, che ora sembra inarrestabile.
La scomparsa dei ghiacciai avviene ora, ed ora va testimoniata. Ora va trovato il modo di renderla immagine e racconto, che è la prima medicina umana contro l’angoscia.
Un percorso che ZaLab sta avviando con Bianconero, in collaborazione con il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, la Commissione Glaciologica SAT ed il Servizio glaciologico lombardo, nel quadro della Mountain Parternship FAO, con il contributo di Fondazione Caritro. Partner tecnico Karpos.